Perchè dobbiamo conservare le praterie semi-naturali?
Non possiamo lasciare che il bosco le ricolonizzi?
Sono domande complesse che non hanno risposte semplici ma considerazioni su costi e benefici delle varie opzioni di conservazione. Dobbiamo quindi iniziare col chiederci: cosa perdiamo con le praterie?
Sicuramente molte specie vegetali tipiche degli ambienti aperti. Ma mentre la maggior parte di queste sono presenti in varie regioni d’Italia e d’Europa, alcune sono presenti solo nelle regioni interessate dal progetto LIFE ShepForBio.
Dall’attento lavoro di monitoraggio delle aree di progetto è emersa la presenza di due specie tipiche degli ambienti aperti e limitati all’Appennino settentrionale:
Murbeckiella zanonii, appartenente alla famiglia delle crucifere ed endemica dell’Appennino Tosco-Emiliano Romagnolo rinvenuta al Pratomagno.
Sesleria pichiana, graminacea endemica italiana del settore centro-settentrionale e rinvenuta nella località Eremo Nuovo.
Entrambe queste specie sono inserite nella Lista Rossa della Flora Italiana nella categoria “minor preoccupazione” (least concern) e indicano la necessità di conservare le praterie nelle regioni interessate dal progetto.